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Comitato 'Suor Serafina'

  Il Comitato suor  Serafina Gregoris, con missione l’accompagnamento informativo sul processo di beatificazione avviato a Roma dalla diocesi di Venezia sede della Congregazione in cui la francescana è vissuta, ha come data fondativa  la solennità di Cristo Re – 23 novembre 2003 – e sul piano operativo si articola da subito in due gruppi coordinati da suor Anna Piccinin: uno  a Venezia e l’altro a Fiume  Veneto, con riferimento la diocesi di Concordia-Pordenone.

La decisione formalizza l’interesse di vari soggetti (Patriarcato veneziano, Ordine dei Frati Minori, Istituto Suore francescane di Cristo Re) sulla figura di suor Serafina e dà sbocco ad una serie di loro pregresse attività volte  a conoscerne la vicenda biografica, il profilo spirituale, il carisma vocazionale.

A Fiume Veneto il Comitato ha un primo incontro il 12 dicembre 2003: si intuisce che la strada da intraprendere è la ricostruzione di una memoria capace di agire in profondità nell’oggi, dando evidenza ad un’intera esistenza sommersa pervenutaci prevalentemente per dettagli.

Si parte con curiosità, fiducia, entusiasmo e, cammin facendo, il Comitato realizza di dover farsi carico di una serie di processi: culturali, divulgativi, celebrativi da attivare nella parrocchia fiumana, da allargare alle comunità parrocchiali vicine, alla diocesi possibilmente, mentre ha coscienza che tutto il progetto va a toccare altri complessi processi ecclesiali della modernità: la pastorale, la liturgia, l’evangelizzazione e il clima avanzante del secolarismo diffuso.

Il gruppo si orienta a collocare le proposte elaborate in riferimento a due annuali anniversari significativi dell’esistenza di Serafina: la data di nascita (15 ottobre) e quella di morte (30 gennaio). Mette così a fuoco un lento progressivo cammino di approfondimento con ramificazioni su vari contenuti: dal profilo biografico a quello vocazionale di consacrata, dalla sua identità francescana alla sua spiritualità oblativa e missionaria, dal suo rapporto con l’Eucaristia al suo senso di Chiesa. Si valorizza grande varietà di linguaggi adatti a coinvolgere destinatari di differenti età e condizione spirituale: fotografico, musicale, pittorico, liturgico, narrativo, pubblicistico. Vengono posti segni pubblici: una lapide al Cotonificio Veneziano a ricordare il suo lavoro di giovanissima operaia, l’intitolazione di una via del paese prossima alla sua casa, le si dedica l’Oratorio parrocchiale in memoria del suo appassionato interesse educativo per i giovani, si allestisce in parrocchiale un angolo invitante a soste devozionali. Fonte ricca di stimoli e suggerimenti sono per il Comitato “Fiorire nel dolore” di mons. Pierluigi Mascherin (2005), biografia di suor Serafina che aggiorna documenti precedenti e la pubblicazione della “Positio” (2004) a cura della Congregazione delle cause dei Santi che a Roma, a conclusione di una prima fase processuale circa l’eroicità delle sue virtù umane e spirituali, le conferisce ufficialmente il riconoscimento ecclesiale di “Venerabile”.

Nel suo impegno in corso già da quattordici anni, il Comitato sceglie di affiancare a Fiume la prassi pastorale ordinaria: gli incontri comunitari di preghiera, i cammini della catechesi di iniziazione dei bambini, la pratica della Via Crucis e quella del Rosario, la visita ai malati nelle case; si provano anche esperienze straordinarie: conferenze, mostre, visite in Casa Madre, diffusione di piccoli gadget simbolici, collocazione di un mosaico in chiesa e, nell’ottobre scorso, un numeroso pellegrinaggio interparrocchiale  a Venezia negli spazi di vita della Venerabile, per trent’anni gravemente inferma nella sua cella.

Il Comitato nella sua storia ha visto l’alternarsi di due parroci e di tre superiore nella fraternità fiumana; ha perduto per morte il sacerdote rappresentante diocesano; ha ovviamente registrato l’avanzamento in età dei componenti. Nel lavoro la dinamica del dialogo interpersonale risente naturalmente delle differenti sensibilità culturali e del diverso cammino nell’evoluzione dei linguaggi e degli orizzonti della odierna pastorale ecclesiale. Accompagnare un processo di beatificazione  coinvolgendovi il partecipe interesse di una comunità è un impegno lungo e complesso. Non volendo che le aspettative vadano deluse per stanchezza, è necessario proseguire lo scavo su questa semplice storia piena di luce evangelica andando sempre ai fondamentali della vita di suor Serafina: centralità di Cristo, offerta di sé alla volontà di Dio, restituzione in carità gioiosa ai fratelli dei doni ricevuti.

Ravvivare il senso con cui suor Serafina ha percorso la sua via dolorosa e cogliere lo slancio vitale della sua dedizione alla missione della Chiesa è riconoscere che il progetto di creazione di Dio è sempre in svolgimento e dà segni di festa animando storie anche umanamente minime, coraggiosamente e con gioia però al seguito di Gesù. L’energia spirituale e creativa per proiettarsi su un orizzonte che appare ancora lontano, chiede al Comitato di continuare a far proprie la logica del grano di frumento, la pazienza intelligente del contadino, la forza del lievito nella massa di farina. 

Leda Santarossa, membro Comitato suor Serafina