Grazie, suor Daria!

Suor Daria di Cristo Re - Spaliviero Elvira
nata a Barbarano Vicentino il 15/02/1924
da Primo Gennaro e Paccagnella Clara,
genitori che ebbero la grazia di avere otto figli, di cui due morti piccoli.

A 15 anni entrò in Araldinato a Padova, il 10.10.1939. Lei stessa racconta gli inizi della sua vocazione: «Un mese prima i miei genitori mi mandarono a Roma da mia zia Livia, per vedere se cambiavo idea. Nel frattempo i miei genitori ricevettero una lettera dalla Superiora di Padova, che precisava il giorno dell’ingresso, ma essi nascosero la lettera. Io però mi accorsi che c’era qualcosa, cercai e trovai la lettera. Visto che non si decidevano, dissi: “O mi accompagnate o a Padova vado da sola”. La sera prima della partenza, andai con mia mamma dal parroco per la lettera di presentazione. Il parroco non la fece e disse a mia madre: “Fra sei mesi torna a casa”. Vissi questi sei mesi sempre con la paura che mi mandassero a casa, ma là io ero più felice di loro. Era scoppiata la guerra e a Padova c’erano continui bombardamenti. Un giorno si presentò mia zia Jose con l’intenzione di portarmi a casa, ma io non cedetti. Nel 1941 cominciai il postulato. Feci la prima professione il 3 ottobre 1942 e il 28 ottobre nacque mio fratello Paolo. Il 7 ottobre sono andata a Cordovado (PN) e rimasi in quella comunità due anni, poi passai a Sovizzo (VI) in villa. Ritornai quindi a Padova per riprendere gli studi. Di notte si andava a dormire nell’asilo “Cristo Re” (fuori città) con i materassi per terra».
Nella sua lunga vita, passò in varie e grandi comunità di istituti educativo assistenziali: Formia, Roma, Palermo… e nel settembre 1986 giunse a Tarzo Villa Bianca. Questa obbedienza le costò molto; subito suor Daria cercò di vivere con gioia e tanta disponibilità i mille servizi di cui era richiesta, grazie anche ai suoi doni e abilità non comuni: sapeva fare di tutto…
Quando tre anni fa la malattia cominciò a minare la sua autonomia, passò in Casa di Riposo. Suor Daria occupava il tempo nella preghiera, nella lettura, guardando la televisione, aiutata anche dai familiari, attenti ai suoi desideri.
Così si è incamminata giorno dopo giorno anche nella malattia, preparandosi all’incontro con lo Sposo: Gesù! Negli ultimi mesi, silenziosa e paziente, parlava con lo sguardo e con il sorriso, attenta alle persone che la visitavano, che la curavano, per esprimersi con un grazie e, sforzandosi di richiamare alla mente il nome della persona, lo pronunciava con tanto affetto.
Il giorno prima del suo passaggio alla vita eterna chiese e ricevette con tanta fede il Sacramento dell’Unzione degli Infermi: è pronta per l’incontro tanto atteso con Gesù, che la chiama alle otto del mattino del 17 gennaio.
C’è un proverbio che suona così:” Come si vive, così si muore”. Il come e il così segnano la caratteristica che più si addice alla persona. Suor Daria è vissuta “servendo di cuore” ogni persona, con tutte le sfumature che questa espressione comporta. Infatti da lei non trapelava mai la propria stanchezza o difficoltà, anzi si offriva sempre con una disponibilità raggiante. Tutte le consorelle che sono vissute con lei, testimoniano la sua premura di accontentare ogni desiderio che dipendeva dal suo servizio di “donna pratica” e di “autista sicura” e soprattutto della sua spontaneità fraterna nell’accorgersi e favorire le più piccole esigenze che intuiva nelle persone che le vivevano accanto. Il funerale è stato celebrato a Villa Bianca lunedì 20 gennaio e ora riposa nel cimitero di Tarzo.

Grazie, suor Daria, per il generoso e instancabile servizio
donato ai bambini, alle consorelle, alla nostra Comunità,
alla Congregazione che tanto amavi.
Sei andata incontro al Signore
con la lampada accesa e il cuore in pace.
Ricordati di tutte noi e dei tuoi cari accanto a Cristo Re.