CHIESA DI CRISTO RE - Venezia

SIMBOLO FRANCESCANO

Sul retro del tabernacolo troviamo il simbolo dell’Ordine francescano: le due braccia incrociate (quella di Gesù e quella di Francesco) con la croce; il saluto francescano; l’inizio del Cantico delle creature.

Il simbolo francescano: una leggenda narra di una nobildonna che regalò a Francesco un terreno per costruire un convento; in segno di gratitudine e per soddisfare il desiderio di lei che voleva un ricordo del santo, questi si staccò una manica del saio e gliela diede. Durante il lungo viaggio di ritorno, il Santo d’Assisi, con un braccio nudo e uno vestito, benediceva chi incontrava nel cammino con le braccia in forma di croce.

Ma c’è anche un altro episodio legato allo stemma, alle braccia incrociate. È narrato dal biografo di san Francesco, san Bonaventura, nella sua Leggenda Maggiore: “L’uomo santo, quasi cieco e ormai prossimo a morire, incrociò le braccia e stese su di loro le mani in forma di Croce (aveva sempre amato questo gesto) e benedisse tutti i frati, presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifisso”.

Infine, sembra che San Bonaventura, fatto cardinale, avendo rinunciato al mondo con le sue vanità, ordinò uno stemma speciale, corrispondente al suo stato. Si fece dipingere uno scudo azzurro con la mano di Nostro Signore e con la mano di San Francesco in fede chiodata l’una sull’altra. È questo lo stemma dei Frati Minori, che si trova in un campo azzurro perché tutti i loro pensieri, opere ed esercizi li devono dirigere verso il cielo. Dovendo pensare alla fedeltà che nella loro professione hanno promesso a Dio e a tutti i suoi santi, queste mani sono inchiodate insieme, perché da questo legame mai devono essere sciolti e liberi.

Nel tempo ci sono state varie modifiche. Anche fuori della nostra porta c’è questo simbolo. Leggende o meno, le trovo tutte e tre belle queste spiegazioni!

Pace e bene è il saluto francescano che usiamo anche noi. Nel Testamento Francesco scrive “Il Signore mi rivelò che dicessi questo saluto: Il Signore ti dia pace”.

E ancora nella Leggenda dei Tre compagni: “Era suo vivo desiderio che tanto lui quanto i frati abbondassero di quelle opere buone, mediante le quali il Signore viene lodato. E diceva loro: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà e alla concordia dalla vostra mitezza.” (FF1469)

Infine, il Cantico delle creature è l’invito a fare della propria vita un inno a Dio Creatore, a vivere la pace che è dono dell’Altissimo in ogni occasione e in tutte le relazioni, perché “La regola e vita dei fratelli e delle sorelle del Terz’Ordine francescano è osservare fedelmente il Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo”.