Ho realizzato un sogno!

Provo a scrivere qualcosa dell’esperienza vissuta dal 3 al 17 aprile 2020 tra i COVID-19 della RSA “Casa Leandra” di Canneto sull’Oglio – MN

Tutto è nato quando la tivù, sin dall’inizio dell’emergenza COVID-19, narrava del grande sacrificio di tanti infermieri e operatori sanitari in genere. Ascoltare spesso queste notizie ha fatto emergere in me la sana inquietudine di voler in qualche modo far parte della squadra. Nello stesso tempo ciò mi sembrava un’utopia, una cosa impossibile da concretizzarsi. Il pensiero ritornava spesso, in modo crescente, fino a diventare quasi un tormento, anche nei momenti di preghiera quotidiani, i quali diventavano - nemmeno a farlo a posta! -  un invito a donare qualcosa di me.

I dubbi, però, erano tanti:

  • Come lasciare le suore della fraternità, visto che sono la loro infermiera… È vero, non stanno male, però… Forse, però, mi sono rivestita di un ruolo iperprotettivo….
  • Cosa vado a fare io, cosa posso dare, non ho una preparazione per reparti intensivi…
  • Non ho capacità adeguate alla situazione
  • È tanto che sono fuori giro…

Nonostante tutto, l’inquietudine interiore persisteva.

Vengo a conoscere iniziative coraggiose di parroci e suore che scendono in campo… mi faccio coraggio e comunico a madre Edite il desiderio che mi abita e mi inquieta. Ella mi invita a intensificare la preghiera insieme a lei.

Dopo due giorni mi dà l’OK di procedere a cercare un aggancio per realizzare quanto desidero. Faccio domanda come volontaria temporanea alla Croce Rossa Italiana…  In tutto questo, mi abita una sensazione strana: l’inquietudine è diventata timore sì, ma anche gioia e leggerezza!

A quattro giorni dalla domanda, mi trovo a Canneto sull’Oglio, un paesino di circa 4mila abitanti in provincia di Mantova. Arrivo la sera verso le 21,30. Come alloggio trovo una piccola saletta di attesa di un ambulatorio medico di una dottoressa di medicina generale (MMG). Due brandine, una per me e una per una Oss (operatore sociosanitario) di Genova, mentre nell’attiguo studio medico stava un'altra Oss della provincia di Cagliari!!! Chi bene incomincia è a metà dell’opera!!!

L’indomani incomincio alle 6. In reparto affianco l’infermiera di turno (unica che insieme alla Capo Sala è in servizio per coprire tutti i turni, insieme ad alcuni/e Oss, e inservienti diventati Oss per l’occasione, perché tutto il resto del personale è bloccato a casa per la positività al virus).

L’impatto con la “vestizione” prima di entrare in reparto è stato irripetibile: mi sentivo un palombaro! Ed era solo la vestizione di base, perché, se poi avessi dovuto entrare nel reparto positivi, avrei indossato altro camice, altri guanti, più visiera!

A parte questo ed altre titubanze che via via venivano e anche passavano, non mi sono mai pentita della scelta fatta, addirittura i quindici giorni sono passati abbastanza veloci.

La mia forza è stata l’affidarmi al Signore sin dall’inizio. Non nascondo di aver avuto anche paura, soprattutto prima di partire, ma allo stesso tempo mi ha sempre accompagnato una certezza: per come stavano andando le cose, non era una semplice mia volontà, ma Qualcuno mi stava guidando! Quello che stavo vivendo, rientrava nella volontà di Dio, non avevo di che temere, solo mettere la mia parte di attenzione, disponibilità e servizio.

I conti iniziavano a tornare quando trovandomi in una situazione non drammatica come avevo vista più volte in tivù, ma comunque abbastanza impegnativa, seria e con qualche problema sul campo, non mi sono mai pentita della scelta fatta, ma ancor di più perché mi sentivo serena, contenta e bastavano piccoli gesti insignificanti come un sorriso di un ospite durante una medicazione, per donarmi la gioia di esserci.

Questo è solo qualcosa di quanto ho vissuto; ci sono tante altre emozioni, sentimenti che non riesco ad esprimere perché mi riesce difficile condividere ciò che è più intimo. Mi stupisco già di me per quanto ho condiviso.

Ringrazio il Signore per avermi dato quella sana inquietudine che mi ha portato a chiedere a madre Edite la possibilità di partire, pensando al grande sacrificio e alla generosità di tanti colleghi in prima linea.

Ringrazio madre Edite, che non solo ha favorito il mio desiderio, dandomi l’obbedienza di fare quest’esperienza, ma mi ha anche sostituito nel servizio con le sorelle più anziane a Santa Maria delle Grazie.

Ringrazio tutte le consorelle che in vari modi, in particolare con la preghiera, mi hanno accompagnato e mi sono state vicine. Da parte mia ho cercato di vivere questi giorni anche per quante nutrivano il mio stesso desiderio, ma che per vari motivi erano impossibilitate a realizzarlo.

Maria delle Grazie, 23 aprile 2020

suor Roberta